Il problema dell’inquinamento da plastica e microplastiche è tristemente noto a tutti e i dati che si riferiscono a questo fenomeno sono davvero allarmanti.
Ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici finiscono negli oceani di tutto il mondo e, dichiara un recente studio dell’UNEP (United Nations Environment Programme), se entro il 2050 non si troverà il modo di risolvere la situazione, la quantità di plastica negli oceani supererà, in peso, quella dei pesci che vi abitano.
L’Unione Europea punta anche sul riciclo
Consapevole del possibile disastro ambientale a cui stiamo andando incontro, l’Unione Europea, proprio quest’anno, ha definito una strategia che permetterà agli stati membri di ridurre i rifiuti plastici. Ecco i principali punti della proposta presentata dal Parlamento dell’UE a ogni nazione (con buona pace delle industrie produttrici di plastica, spinte a dare una svolta “green” alla qualità delle materie prodotte e alle attività di riciclaggio):
- attivazione, entro il 2025, di sistemi di cauzione-deposito per raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso.
- Graduale riduzione delle vendite di stoviglie, posate, piatti, cannucce, cotton fioc e, in generale, di tutti i prodotti in plastica “usa e getta”.
- Drastico aumento del riciclo delle materie plastiche.
- Istituzione di uno standard di qualità per le materie riciclate che tenga conto di tutti i gradi di riciclaggio compatibili con diversi usi e sia, contemporaneamente, garanzia di sicurezza per la nostra salute.
- Utilizzo della plastica fossile riciclata al posto delle plastiche biodegradabili.
Italia in prima linea nella lotta alla plastica
Anche l’Italia è da sempre molto attenta al problema e, negli ultimi anni, ha nettamente migliorato la gestione delle proprie materie plastiche. Tra i casi più noti e particolarmente apprezzati dalle associazioni ambientaliste, non si può non segnalare quello del sindaco delle Isole Tremiti che, per primo, a partire da maggio 2018, ha emesso un’ordinanza in cui vieta l’utilizzo delle stoviglie e dei contenitori di plastica “usa e getta”, non biodegradabili. Il suo buon esempio è stato seguito da altre amministrazioni comunali.
A livello aziendale, anche Lidl Italia ha promesso di impegnarsi concretamente a ridurre l’utilizzo della plastica del 20% entro il 2025 e a eliminare del tutto la vendita di prodotti in plastica monouso nel 2019.
Recentissima, invece, è la rivoluzione all’interno del Ministero dell’Ambiente di Roma che, con il mese di ottobre 2018, ha deciso di sostituire i distributori automatici di bottigliette d’acqua con l’installazione di dispenser d’acqua alla spina. La novità introdotta dal Ministero sta lentamente contagiando anche altri comuni (Milano in primis) e regioni che stanno lanciando progetti simili.
Si attendono, inoltre, due nuove leggi per contrastare la plastica monouso e ridurre gli imballaggi.
Fare a meno della plastica è possibile
Se tutte queste iniziative hanno lo scopo di ridurre su larga scala e nel più breve tempo possibile lo spreco di plastica, allo stesso modo la loro funzione è anche quella di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’uso responsabile di questo materiale. Tutti, infatti, possono fare qualcosa di concreto per il bene dell’ambiente.
Ecco, allora, qualche buona azione che deve diventare consuetudine: evitare, quando possibile, di utilizzare imballaggi, pellicole protettive e contenitori di plastica; ritornare all’uso della classica saponetta al posto del sapone liquido contenuto nei flaconi; a casa o in ufficio, seguire l’modello del Ministero dell’Ambiente e sostituire i classici boccioni o le scorte di bottiglie di minerale con un distributore d’acqua che garantisce acqua buona e pura in ogni momento della giornata.
Come abbiamo visto, negli ultimi decenni, la produzione mondiale di plastica è nettamente aumentata, lo smaltimento di questo tipo di rifiuti è sempre più difficile da gestire e, di conseguenza, l’inquinamento degli oceani è cresciuto in maniera esponenziale. Anche se la situazione attuale è questa, non bisogna però pensare che ridurre il quantitativo di rifiuti plastici sia un obiettivo irraggiungibile. L’interesse da parte delle Istituzioni mondiali e la collaborazione attiva di tutti noi può davvero fare molto. La natura, il mare e l’ambiente, ci ringrazieranno.