Nel 2019 130 milioni di tonnellate di plastica monouso sono state gettate tra i rifiuti e almeno il 19% è stato disperso nell’ambiente. Nei prossimi 5 anni la produzione di plastica monouso crescerà del 30% e apporterà un grosso contributo all’inquinamento degli oceani e al surriscaldamento globale.
Secondo l’ultimo rapporto Plastic Waste Makers sarebbero solo una ventina le aziende responsabili di produrre il 55% dei rifiuti plastici monouso nel mondo: sacchetti, bottiglie e posate sono in testa alla classifica degli inquinanti prodotti da queste multinazionali.
Invertire la rotta è possibile solo grazie a leggi e divieti che impediscano la produzione di plastica monouso (come quelle entrate in vigore in Europa nel 2021) ma anche a livello individuale possiamo fare molto: quando c’è un’alternativa alla plastica monouso occorre darle spazio nelle nostre vite.
- Al posto di cannucce, piatti e posate di plastica si possono acquistare monouso per la tavola in carta.
- Gli spazzolini da denti in plastica si sostituiscono con spazzolini in legno.
- Bisogna preferire i detersivi sfusi, al posto di quelli confezionati con la plastica.
- Invece di acquistare l’acqua in bottiglie di plastica o in boccioni d’acqua (per l’ufficio) si può optare per i dispenser d’acqua per ufficio, che si collegano direttamente alla rete idrica e permettono di bere l’acqua di rubinetto migliorandone il sapore.
Come tra poco vedremo, vanno in questa direzione anche le raccomandazioni delle autorità.
Ufficio plastic free senza i boccioni d’acqua, la campagna del Ministero dell’Ambiente
L’aumento della responsabilità sociale delle aziende è la tendenza del futuro.
In molti uffici si fanno già oggi scelte sostenibili relative all’illuminazione, alla climatizzazione e al riutilizzo creativo. Troppo poco invece si fa per la plastica perché molte aziende lasciano ancora che i dipendenti prelevino bottigliette d’acqua dei distributori o si dissetino utilizzando boccioni d’acqua per ufficio.
In Italia il Ministero dell’Ambiente ha dato il buon esempio, eliminando tutta la plastica monouso alla quale si ricorreva prima della campagna #plasticfree e inserendo tra gli obiettivi dell’iniziativa l’eliminazione dei boccioni d’acqua per ufficio e delle bottiglie in plastica, da sostituirsi con l’installazione di distributori d’acqua alla spina allacciati alla rete idrica.
Per aderire all’iniziativa si chiede anche di “fornire o invitare i dipendenti a portare una propria tazza o borraccia per consumare bevande calde e fredde” e di “promuovere azioni di sensibilizzazione sull’importanza di ridurre l’inquinamento da plastica tra i dipendenti”.
Non c’è dunque alcun dubbio: l’acqua da bere in ufficio dev’essere quella di acquedotto, sicura e salutare perché molto più controllata di quella contenuta nelle bottiglie e nei boccioni d’acqua per ufficio.
L’acqua alla spina dal rubinetto è inoltre erogata sul momento e non si corrono i rischi relativi al suo mantenimento all’interno di un contenitore in PET, le cui condizioni di trasporto e stoccaggio sono difficilmente verificabili dal consumatore finale.
Sono infatti noti gli esiti di alcuni studi, che hanno dimostrato il pericolo potenziale nel consumo d’acqua lasciata all’interno di bottiglie o boccioni d’acqua per ufficio, quando la stessa non viene consumata velocemente o è trasportata e conservata in condizioni non ottimali.
Il dispenser d’acqua per ufficio permette invece di bere acqua corrente, appena erogata, filtrata e sottoposta (a seconda dei modelli) all’azione antivirale e battericida della luce ultravioletta.
Sono ormai trascorsi tre anni dalla campagna del dicastero e sono già centinaia le aziende, le scuole, le università, le associazioni e gli uffici che hanno assunto questo impegno formale nella direzione della sostenibilità.
Per comunicare la propria adesione alla campagna nazionale plastic free occorre accettare le linee guida e scrivere all’indirizzo: plasticfree@minambiente.it.
Per ricevere informazioni sui dispenser d’acqua per ufficio ACQUALYS, invece, potete contattare i nostri consulenti, gratuitamente e senza obblighi di acquisto.