I dispenser acqua che filtrano l’acqua del rubinetto costituiscono un’ottima soluzione al problema dell’inquinamento da plastica. La produzione e il consumo di plastica monouso si inseriscono a pieno titolo, infatti, tra le questioni più urgenti da affrontare in materia di tutela ambientale.
Come vedremo in questo articolo l’industria dell’acqua in bottiglia causa un altissimo impatto sull’ambiente ma sembrerebbe anche – e questa è una scoperta solo recente- sulla salute umana.
È meglio l’acqua in bottiglia o quella trattata con i dispenser acqua?
Il ricorso diffuso all’acqua in bottiglia è una delle criticità nazionali: ne beviamo oltre il doppio della media europea e, nonostante le direttive europee invitino a bere acqua di rubinetto, in Italia si registra ancora un’inadeguata promozione di questa pratica.
Mentre le bottiglie in PET sollevano dubbi sulla qualità dell’acqua che contengono l’acqua del rubinetto è soggetta a rigidi controlli sanitari: centinaia di migliaia di test vengono eseguiti ogni anno per garantire la conformità ai parametri stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e alle normative nazionali, spesso molto stringenti.
Per migliorarne il sapore basta installare un dispenser acqua che si collega alla rete idrica. Attraverso un complesso sistema di filtri e raggi UV i dispenser acqua ripuliscono l’acqua dal cloro usato per disinfettarla e da ogni patogeno vi sia eventualmente finito dentro.
Rinunciando alle bottiglie d’acqua e preferendo l’acqua di rubinetto microfiltrata con il dispenser si contribuisce a preservare l’ambiente, a ridurre i rifiuti da smaltire e a limitare le emissioni di anidride carbonica dovute al trasporto nazionale e internazionale.
L’acqua da bere più ecologica è quella dei dispenser acqua
L’acqua di rubinetto è molto più salutare ed ecologica dell’acqua in bottiglia comprata al supermercato. Questa affermazione tiene conto di svariati fattori tra cui l’alto impatto ambientale legato alla produzione e al trasporto delle bottiglie d’acqua e la presenza di elementi contaminanti all’interno delle acque in bottiglia, che -come vedremo tra poco- non sono così pure come si crede.
L‘acqua confezionata pone enormi problemi di smaltimento dei vuoti plastici. Il processo di confezionamento richiede inoltre l’uso di grandi quantità d’acqua e CO2 e il trasporto su strada necessario a raggiungere tutti i punti della rete di distribuzione fa il resto.
In Italia, uno dei principali consumatori di acqua minerale a livello mondiale, l’80% delle acque imbottigliate viene trasportato su veicoli a motore. Un TIR, in media, rilascia nell’ambiente circa 1300 kg di anidride carbonica ogni 1000 km percorsi.
Ma questo è solo un aspetto del problema. Un altro fattore preoccupante riguarda il destino della plastica utilizzata per le bottiglie. Secondo i dati risalenti dell’Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori Materie Plastiche (ASSORIMAP) solo il 14% della plastica delle bottiglie in PET viene effettivamente riciclata in Italia. La parte restante finisce negli oceani: tra i 5 e i 13 milioni di tonnellate all’anno.
Ecco perché, tenendo in considerazione le emissioni di CO2 e il basso tasso di riciclo, è oggi opportuno valutare alternative più sostenibili all’acqua in bottiglia. Anche la nostra salute ne può trarre beneficio.
Dispenser acqua: no alla plastica nell’ambiente e… nel nostro corpo!
Le microplastiche sono state rinvenute praticamente ovunque sulla Terra, dal suolo ai ghiacci polari, con un impatto sulla salute e sull’ecosistema i cui effetti restano ancora in gran parte sconosciuti.
Secondo uno studio recente della Columbia University pubblicato su Pnas, la rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, un litro d’acqua in bottiglia può ospitare tra i 110.000 e i 370.000 frammenti di plastica. A stupire è proprio il quantitativo visto che tutti gli studi precedenti sul tema avevano stimato numeri da 10 a 100 volte inferiori mentre con una nuova tecnica di rilevazione è stato adesso possibile conteggiare anche le particelle minuscole.
Si tratta delle nanoplastiche: ancora più minute delle microplastiche (misurano miliardesimi di metro), riescono ad attraversare i tessuti dell’intestino e a raggiungere il sangue, viaggiando persino attraverso gli organi.
Analizzando tre rinomate marche di acqua in bottiglia gli autori della ricerca hanno individuato fino a 370.000 particelle per ogni litro. La plastica più ricorrente è risultata essere la poliammide, un tipo di nylon che probabilmente proviene dai filtri di plastica impiegati per purificare l’acqua prima dell’imbottigliamento.
Oltre una soglia preoccupante anche il PET, il materiale che costituisce le stesse bottiglie: secondo gli studiosi, queste particelle finiscono nell’acqua quando la bottiglia viene compressa o esposta al calore, oppure anche durante l’apertura e la chiusura del tappo.
Per liberarsi dai rischi della plastica che ingeriamo per abitudine esiste una sola soluzione: smettere di acquistare e consumare acqua in bottiglia e guardare ad altre fonti di approvvigionamento per l’acqua da bere. L’acqua potabile più salutare e controllata di tutte resta l’acqua di rubinetto, che può essere facilmente depurata utilizzando un dispenser acqua.
A casa, in ufficio, nelle scuole e ovunque serva i dispenser acqua si collegano direttamente alla rete d’acquedotto e la micro filtrano in modo da eliminare batteri, virus e cloro. A guadagnarne non è solo la qualità del liquido ma anche il sapore, sostanzialmente equiparabile a quello dell’acqua imbottigliata.
I dispenser acqua ACQUALYS ricorrono alle tecnologie di trattamento più innovative e restituiscono un’acqua dalle qualità chimico fisiche eccezionali, ideale per tutta la famiglia ma anche nelle preparazioni gastronomiche di un bar o un ristorante. Le nostre linee di dispenser acqua si adattano ad ogni esigenza, mentre i design degli erogatori sono studiati per occupare il minor spazio possibile.
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