Distributori d’acqua: come combattere la diffusione della plastica

Dispenser e Erogatori d'acqua Acqualys

L’obbiettivo della Giornata Mondiale degli Oceani è quello di combattere la diffusione della plastica che il mondo sta affrontando e di promuovere l’adozione di soluzioni più eco-sostenibili che rendano gli oceani puliti e privi di plastica. Acqualys è più attenta che mai a questo problema dato che viviamo in quella che viene definita l’Età della plastica.
La plastica commerciale apparve per la prima volta intorno al 1950. Da allora, ne abbiamo prodotto quasi 9 miliardi di tonnellate e, con oltre una tonnellata di plastica per persona sul pianeta, gli scienziati stimano che solo due miliardi di tonnellate sono ancora in uso, mentre tutto il resto si trova o in discarica o, peggio ancora, nei nostri oceani.

Acqualys fornisce distributori d’acqua collegati alla rete idrica in grado di diminuire le emissioni di CO2 fino al 72% rispetto all’uso dei tradizionali boccioni. Analogamente, permettono di abbandonare l’uso delle bottiglie in plastica. È giunto il momento di incoraggiare tutti ad agire in prima persona valutando le scelte che influenzano il nostro ambiente.

Stiamo soffocando nella plastica?

Alcuni degli effetti della tossicità da micro-plastica sono oramai visibili anche nella catena alimentare: organismi marini senza vita vengono quotidianamente sospinti a riva dalle onde, come il capodoglio di 6 tonnellate recentemente apparso sulle coste spagnole. Un rischio meno evidente si nasconde nel pesce che mangiamo. Recenti studi hanno evidenziato che oltre il 35% dei pesci catturati per il consumo umano contiene frammenti di plastica nello stomaco. Questi pesci soffrono di sintomi quali una funzione epatica debole e un’attività vitale ridotta. Anche chi si interessa meno alla sorte degli oceani, non dovrebbe forse preoccuparsi degli effetti collaterali sull’intera catena alimentare quando una balena di sei tonnellate soccombe all’avvelenamento plastico?

Materiali prodotti in serie come il polietilene (sacchetti di plastica) dovrebbero essere vietati e molte autorità hanno già adottato misure in questo senso. Ma non basta: ricercatori hanno segnalato la presenza di quantità significative di plastica nel ghiaccio artico e le azioni politiche potrebbero non arrivare abbastanza in tempo.
L’Europa e gli Stati Uniti hanno annunciato di voler affrontare di petto il problema dell’inquinamento degli oceani causato dalla plastica. Ad esempio, la Germania ha introdotto una legge sugli imballaggi che impone il riciclaggio ai dettaglianti. Se la Germania può puntare al riciclaggio del 90% degli imballaggi entro il 2022, non possiamo fare a meno di chiederci: perché non può farlo anche il resto del mondo?

In risposta alla crisi causata dalla plastica, molte autorità stanno gradualmente eliminando l’uso dei sacchetti in polietilene, questo è un primo passo, ma i sacchetti di plastica costituiscono soltanto la punta dell’iceberg.
Il 70% della plastica nell’ecosistema marino è non degradabile e i micro-frammenti stanno diventando la minaccia più grave per i nostri oceani. I rifiuti sono destinati a triplicarsi nell’arco di un decennio.

 

In che modo le bottiglie di plastica hanno un impatto sull’ambiente?

Quando vengono gettate nella spazzatura: le bottiglie gettate nella spazzatura finiscono spesso in discarica e soltanto il 9% di tutta la plastica viene riciclata.

Quando vengono gettate a terra: quando le bottiglie di plastica rimangono al sole per un periodo prolungato, finiscono per decomporsi in micro frammenti che gli animali ingeriscono scambiandoli per cibo. In alternativa, la pioggia riversa i micro frammenti lungo i corsi d’acqua da dove entreranno negli oceani e, di conseguenza, nella catena alimentare.

Quando vengono gettati in spiaggia: la plastica può rompersi al sole e finisce per riversarsi in mare. Perché aggravare il problema della plastica quando si può investire in bottiglie riutilizzabili?

La plastica sta avvelenando gli oceani: l’80% dell’inquinamento marino causato dalla plastica ha origine nella terraferma. Oltre il 30% dei rifiuti di plastica proviene da imballaggi per alimenti che, una volta entrati negli oceani, diventano assassini silenziosi. Uccelli e pesci scambiano spesso gli involucri di plastica per meduse e se ne nutrono. Anche alle tartarughe marine sono stati ritrovati numerosi micro frammenti plastici nello stomaco.

 

Come ridurre l’uso della plastica? Cominciate da un distributore d’acqua per l’ufficio!

1. Usare bottiglie o tazze riutilizzabili;
2. Usare borse di stoffa per trasportare la spesa;
3. Eliminare l’uso di posate, piatti, bicchieri e cannucce di plastica;
4. Usare cartelline di carta anziché di plastica in ufficio;
5. Acquistare alimenti non imballati come frutta e verdura dai mercati dei contadini;
6. Adottare un distributore automatico d’acqua a casa o in ufficio.

Durante gli ultimi anni ci si è posti come obbiettivo l’eliminazione della plastica. In questo senso sono state istituite la Giornata Mondiale della Terra e la Giornata Mondiale dell’Ambiente incentrate sull’illustrazione dei rischi costituiti dalla presenza di micro-plastiche nell’ecosistema. Non è troppo tardi per cambiare abitudini, ma il tempo sta per scadere. Dobbiamo agire con decisione e in fretta. Ogni azione, tanto dei produttori quanto dei consumatori, deve contribuire alla soluzione del problema. All’interno delle aziende e dei posti di lavoro si può cominciare con l’installazione di un distributore automatico d’acqua.

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