L’acqua che esce dai rubinetti delle case di tutta Italia è potabile. Le uniche eccezioni a questa verità indiscutibile si verificano in occasione di situazioni transitorie e circoscritte a livello locale: casi in cui le autorità di pubblica sicurezza provvedono a dare pronta notizia alla popolazione e a garantire il ripristino della normalità.
L’acqua si definisce potabile quando non contiene sostanze in quantità o concentrazioni tali da costituire un pericolo per la salute umana. Non basta però che ne sia garantita la potabilità. Per essere adatta al consumo umano l’acqua deve anche possedere alcune caratteristiche tipiche, come la trasparenza, la limpidezza, l’assenza di colore e di odore.
Ma chi ci garantisce che l’acqua del rubinetto ha tutte le carte in regola per essere bevuta? Chi si occupa dei controlli? Quanti ne vengono eseguiti in Italia?
In questo articolo rispondiamo a queste ed altre domande e scopriamo come migliorare ulteriormente le caratteristiche dell’acqua di rubinetto.
I controlli sull’acqua del rubinetto
È la legge a stabilire i requisiti necessari affinché l’acqua sia approvata come “destinata al consumo umano”, ovvero utilizzabile per essere bevuta, per preparare cibi e bevande e per essere impiegata dalle aziende che vendono prodotti parimenti destinati al consumo umano.
Il controllo sul rispetto dei requisiti di legge è una responsabilità territoriale: la competenza è del gestore idrico per i controlli interni e dell’Azienda unità sanitaria locale per i controlli esterni. I controlli sono centinaia di migliaia nel corso dell’anno e si svolgono tenendo conto di una calendarizzazione stabilita dall’Azienda sanitaria territorialmente competente, cui spetta l’emissione del giudizio d’idoneità dell’acqua.
Ma cosa si controlla?
L’acqua deve essere conforme ad una serie di parametri, stabiliti dall’Organizzazione mondiale della Sanità, poi elaborati a livello comunitario dalla Direttiva 98/83/CE e infine recepiti e trascritti in Italia nel Decreto legislativo 31/2001.
I parametri sono di quattro tipi.
• Microbiologici: microorganismi pericolosi per l’uomo, come gli enterococchi e l’escherichia coli.
• Chimici: con riferimento a sostanze come l’arsenico, il piombo, il rame, ecc.
• Indicatori: per esempio il colore, il ph, la conduttività, la durezza, l’ossidabilità.
• Emergenti: si riferiscono a sostanze che solo recentemente sono state segnalate come potenzialmente pericolose per la salute, come l’amianto e il tallio.
È vero che esistono sostanze e microorganismi per i quali non sono stati fissati valori parametro ma l’Azienda unità sanitaria locale svolge ricerche supplementari in presenza di casi sospetti.
Nel nostro paese si è lavorato molto per garantire un livello di sicurezza dell’acqua più che eccellente: per esempio si sono spesso adottati criteri più stringenti di quelli indicati nella direttiva CE, come nel caso dei “trialometani” (sottoprodotti della disinfezione con il cloro) il cui valore di parametro di 100 microgrammi/litro è stato ridotto in Italia a 30 microgrammi/litro.
A proposito di cloro… è vero che l’acqua del rubinetto viene trattata?
L’acqua di rubinetto è stata disinfettata?
Si. L’utilizzo del cloro per la disinfezione dell’acqua di rubinetto risale ai primi del ‘900, quando fu eletto a soluzione definitiva per il miglioramento della qualità dell’acqua e per l’annientamento di malattie batteriche e virali come il tifo, il colera e la dissenteria. Oggi è anche grazie al cloro che viene garantita la sicurezza dell’acqua di rubinetto e il rispetto degli standard di cui abbiamo appena dato conto.
L’utilizzo di questo disinfettante non deve, però preoccupare perché è esso stesso compreso all’interno dei parametri chimici cui abbiamo accennato e non può, quindi, superare determinate quantità.
La clorazione, tra l’altro, non è di per sé nociva per la salute umana: per scongiurare possibili controindicazioni è sufficiente fare decantare l’acqua di rubinetto in modo da permettere al cloro di evaporare. Oppure, percorrendo una strada molto più pratica, acquistare un depuratore d’acqua collegato alla rete idrica, che ci sbarazza in pochi secondi di ogni traccia di cloro, cattivo sapore compreso.
Come migliorare ulteriormente l’acqua di rubinetto?
Insomma, l’acqua di rubinetto è in Italia davvero molto sicura, eppure molte persone non la utilizzano per bere a causa del cattivo sapore o del “lavaggio del cervello mediatico” cui sono state sottoposte dai produttori di acqua in bottiglia, interessati a sconfessarne la purezza.
In realtà è vero che l’acqua del rubinetto può essere ulteriormente migliorata, poiché, nel suo viaggio fino a noi, può avere raccolto calcare, nitrati e carica batterica. La soluzione non è certo quella di continuare ad acquistare bottiglie di plastica, riempire il mondo di PET e pagare un bicchiere d’acqua cifre esorbitanti!
È invece sufficiente ricorrere ad alcune tecnologie intelligenti, capaci di privare l’acqua di rubinetto di ogni materiale in sospensione e di neutralizzare retrogusti indesiderati.
Gli erogatori Acqualys utilizzano un sistema a doppia filtrazione, con filtri di tipo meccanico ed irraggiamento agli UV, che purificano l’acqua proveniente dalla rete idrica e la rendono batteriologicamente pura e del tutto insapore ed inodore.