Il rischio di dissesto idrogeologico nei comuni italiani

acqualys dissesto idrogeologico

I temi legati al mondo dell’acqua sono vari e variegati, essa è infatti fonte di vita importantissima per la nostra esistenza, ma purtroppo è legata anche ad una serie di problematiche.

Abbiamo più volte parlato di come gestire adeguatamente le risorse idriche del nostro territorio sia fondamentale per il problema del riciclo e dell’eccesso di plastica che inquina i nostri mari, oggi ci soffermiamo invece sull’eccesso di precipitazioni che in questi anni stanno facendo aumentare il rischio di dissesto idrogeologico.

Il rischio di dissesto idrogeologico: la situazione di comuni italiani

Il 91% dei comuni italiani è a rischio di dissesto idrogeologico a causa delle alluvioni che periodicamente imperversano in varie zone dell’Italia.

I piani nazionali molto spesso non sono ben congegnati e quindi i danni provocati sono ancora più ingenti di quanto dovrebbero.

Nel 2018 le regioni più colpite sono state la Sicilia, la Calabria, la Campania ed il Friuli-Venezia Giulia, regioni nelle quali, purtroppo, le ondate di maltempo hanno portato anche delle vittime. Sono più di 7 milioni infatti (dati Ispra) i cittadini italiani che risiedono nelle zone a rischio, corrispondenti a più di tre milioni di nuclei familiari concentrati in Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria.

Sono oltre 40 mila i monumenti siti in aree a rischio di dissesto causato da alluvione, lo scenario per il quale è stato stimato questo dato è il meno probabile, ma se non si corre ai ripari è plausibile avvenga e i danni sarebbero irreparabili ed inestimabili.

Anche le imprese sono a rischio alluvione, il 12,4% delle industrie, corrispondente al 14% dei lavoratori esposti, infatti è esposto ai rischi derivanti dalle piogge.

Come affrontare una situazione di emergenza per alluvione

Uno dei problemi fondamentali, che aggrava la situazione già allarmante di per sé, è la mancanza di informazioni su come affrontare eventuali situazioni di emergenza per via di una disinformazione dilagante sul tema delle alluvioni o, più in generale, delle situazioni di maltempo.

Non siamo qui nella sede adatta per fornire una guida completa ma sicuramente i consigli sempre validi sono di non prendere l’automobile, di non rimanere nel sottosuolo (seminterrati abitati) e di affidarsi sempre a fonti certe per le informazioni sul meteo, in modo da non avere dati poco affidabili che possano creare falsi allarmismi.

È questa una situazione che sottolinea l’impreparazione ad un cambiamento climatico in atto che, come nel caso della quantità incontrollata di plastica nei mari, necessita di una maggiore sensibilizzazione ed educazione per essere affrontato e gestito al meglio.

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